CONTRACCEZIONE NEL PERIODO POSTPARTO

Nelle settimane immediatamente successive al parto, la madre è fortemente impegnata nel prendersi cura del neonato, mentre il suo corpo attraversa una serie di modificazioni: l’utero gradualmente ritorna alla dimensione pregravidica, si verificano perdite vaginali nei primi 30 giorni, il seno si adatta all’allattamento e vi sono cambiamenti ormonali. Questo periodo, noto come puerperio, inizia con l’espulsione della placenta e prosegue fino alla ripresa dell’attività ovarica, segnata dalla ricomparsa del ciclo mestruale. Molte donne attendono la prima mestruazione postparto, denominata “capoparto”, prima di ricominciare ad usare contraccettivi. Questa si manifesta solitamente tra i 40 e i 60 giorni dopo il parto, comparendo prima nelle donne che non allattano al seno, mentre l’allattamento può ritardarla. Tuttavia, è importante sapere che l’ovulazione può precedere il capoparto, rendendo la donna fertile e potenzialmente in grado di concepire prima del ritorno delle mestruazioni. A meno che si desideri una nuova gravidanza, è prudente adottare un metodo contraccettivo anche durante il puerperio.

EFFETTO CONTRACCETTIVO DELL’ALLATTAMENTO AL SENO

L’allattamento materno può offrire una temporanea protezione contro la fertilità, riducendo il rischio di gravidanza a circa il 2%, ma solo se determinate condizioni sono rispettate: il bambino deve avere meno di 6 mesi, essere nutrito esclusivamente al seno senza l’introduzione di altri alimenti, deve succhiare almeno 6 volte al giorno con pause inferiori a 4 ore e almeno una volta di notte con un intervallo inferiore a 6 ore tra le poppate. Inoltre, non vi devono essere state perdite vaginali di sangue dall’ottava settimana dopo il parto. Se una di queste condizioni non è soddisfatta, è consigliato utilizzare un altro metodo contraccettivo, sempre previa consulenza con un professionista come un’ostetrica o un ginecologo. L’uso di metodi contraccettivi è raccomandato anche se il ciclo mestruale è ricomparso, il bambino ha raggiunto i 6 mesi, l’allattamento non è esclusivo, il bambino si nutre spesso di giorno ma non di notte, o se nell’alimentazione del bambino sono stati introdotti cibi solidi o liquidi.

METODI CONTRACCETTIVI RACCOMANDATI NEL PUERPERIO

Per coloro che non allattano, è possibile utilizzare metodi contraccettivi di barriera come il preservativo maschile e femminile, o contraccettivi ormonali come la pillola estroprogestinica e il cerotto transdermico. L’anello vaginale non è raccomandato nelle prime 4 settimane dopo il parto, specialmente se ci sono state lacerazioni vaginali durante il parto. La spirale, invece, può essere inserita solo dopo 6 settimane dal parto, una volta che l’utero ha ripreso le dimensioni normali. In sintesi, le opzioni includono:

  • Preservativo e preservativo femminile
  • Pillola estroprogestinica e cerotto transdermico
  • Anello vaginale dopo 4 settimane
  • Spirale dopo 6 settimane

Se si allatta al seno, non è necessario interromperlo per iniziare la contraccezione. È possibile utilizzare metodi di barriera, ma i contraccettivi ormonali contenenti estrogeni, come la pillola estroprogestinica, l’anello vaginale e il cerotto transdermico, sono sconsigliati poiché riducono la produzione di latte. Tuttavia, è possibile optare per la minipillola, a base di solo progestinico, che è compatibile con l’allattamento. La spirale non medicata agli estrogeni è un’opzione a partire da 6 settimane dopo il parto.

  • Preservativo e preservativo femminile
  • Minipillola
  • Spirale (non ormonale) dopo 6 settimane

I metodi contraccettivi naturali, che si basano sul calcolo dei giorni fertili secondo il ciclo mestruale, temperatura basale o muco cervicale, non sono validi nel puerperio a causa delle irregolarità mestruali e dei cambiamenti fisici significativi che si verificano in questo periodo.

Fonti:

  • Guidelines: breastfeeding, family planning, and the Lactational Amenorrhea Method – LAM.; Institute for Reproductive Health, 1994.
  • www.saperidoc.it.
  • Family planning method endorsed. Family Health International, World Health Organisation; Institute for Reproductive Health; 1995