Cosa c’è da sapere prima di iniziare a ristrutturare la facciate esterne di casa

Siamo nell’epoca dei bonus: anni d’oro per l’edilizia. Bonus facciate, bonus 110, bonus ristrutturazione. Il patrimonio edilizio italiano ha due facce: da un lato ci sono i meravigliosi edifici costruiti fino alla prima metà del Novecento; dall’altro c’è il terrificante lavoro fatto durante gli anni dell’abusivismo edilizio. Ecco dunque che gli ultimi governi hanno messo varato una serie di bonus per restituire un certo decoro al nostro patrimonio edilizio.

Le occasioni per mettere mano alle facciate delle nostre case si sono moltiplicate, ma devi sapere che questo ha portato ad alcuni effetti controversi.

Infatti, sebbene i bonus ci facilitino la vita, in prima battuta, c’è da considerare che l’alta richiesta di manodopera e di materiale ha alzato i prezzi di entrambi questi fattori. A volte, e in alcune zone del nostro Paese, trovare ditte che non siano piene di lavoro e che possano sobbarcarsi i nostri incarichi non è sempre facile. Aggiungiamo anche la componente covid e quella della guerra. Entrambe le crisi globali hanno causato rallentamenti e conseguenti aumenti di prezzi.

Per citare un esempio: nel 2019 il prezzo oscillava tra i 60 e 90 euro al metro quadro. Oggi, si parla di un prezzo compreso tra i 65 e i 100 euro.

Allora cosa fare? Possiamo fare i lavori in economia? Possiamo ordinare i materiali e metterci in proprio lavorando noi stessi sulle facciate? La risposta è molto semplice: no. Questo non è un tipo di lavoro che possiamo fare con i nostri figli o con i nostri cugini. In questo caso, infatti, è necessario rivolgersi a professionisti competenti.

A parte i problemi poc’anzi elencati, usufruire dei bonus resta la soluzione migliore e più economica.

Un’altra cosa da sapere: rifare solo la facciata? o una volta che si iniziano i lavori è meglio fare sia la facciata che il cappotto?

Rifare la facciata ha un valore che non è solo legato al decoro e all’estetica del tuo immobile, ma anche alla sicurezza dello stesso (pensiamo a quelle enormi crepe che squarciano le facciate di alcuni edifici). Questo naturalmente ne aumenta il valore nell’ottica di mettere la casa sul mercato immobiliare. Fare il cappotto invece ha il grande vantaggio di migliorare l’isolamento termico della casa, aumentandone le prestazioni energetiche e dunque soffrendo meno il caldo in estate e meno il freddo in inverno.

Allora, il consiglio più elementare sembrerebbe essere: approfittate dei bonus! Rifate facciata e contestualmente il cappotto.

E’ fondamentale però ribadire un concetto: bisogna affidarsi a ditte specializzate, esperte e ben strutturate. I motivi sono sia tecnici ma anche amministrativi. Infatti, quando si mette mano alla facciata di casa, non basta avere i materiali e la manodopera, bisogna ottemperare a tutta una serie di adempimenti che se andiamo troppo di fretta, rischiamo di non considerare. Alcune parole chiave: SCIA, CILA, APE. Ma quante cose dobbiamo tenere a mente?

  • SCIA: Segnalazione Certificata di Inizio Attività. In poche parole, è un adempimento necessario, una sorta di dichiarazione che dobbiamo presentare al Comune dove il nostro immobile è censito, e che ci permette di svolgere i lavori nel rispetto delle regole amministrative. Questa sostituisce nella maggioranza dei casi, la vecchia CILA.
  • CILA: Comunicazione inizio lavori asseverata.
  • APE: Attestazione di Prestazione Energetica. Una ditta seria avrà il tecnico Certificatore Energetico e non dovremmo preoccuparci troppo di tutti questi adempimenti. L’APE è necessaria comunque solo nel caso in cui si svolga un lavoro (es. Cappotto) che comporta un miglioramento energetico. Ricorda: senza APE si perde il bonus!

Quando è assolutamente necessario intervenire sulla facciata?

L’intonaco è la “faccia della facciata“. Quando possiamo vedere delle micro fessure, non è un buon segno. Bisognerà dunque intervenire, ma non è ancora necessario rifare la facciata: infatti, potrebbe bastare passare un ulteriore strato di finitura sottilissimo che vada a coprire e riempire le fessure; altrimenti si può raschiare l’intonaco e restaurare completamente lo strato più esterno.

La cosa si fa più seria nel caso di distacchi, disgregazione, fessurazioni, e rigonfiamenti. Quando si presentano questi problemi vuol dire che è arrivato assolutamente il momento di ristrutturare e restaurare totalmente la facciata. Questa è necessaria anche nel caso di penetrazione di umidità: va demolito l’intonaco che è la causa del problema e in quel caso sarà necessario ripartire da zero.

Conosciamo meglio il Bonus Facciate

Quando parliamo di Bonus Facciate, parliamo di una agevolazione che si manifesta come una detrazione d’imposta. In poche parole: noi paghiamo oggi 10.000 euro, lo stato ci restituirà una parte dei soldi che abbiamo speso ogni anno per dieci anni.

Nel caso del Bonus ristrutturazione più vecchio e più classico l’aliquota è al 50%. In altri casi, con risparmio energetico, al 65%.

Nel caso del Bonus Facciate, si recupera il 90% delle spese sostenute fino al 2021. Per le spese sostenute nel 2022, come da Legge di Bilancio di quest’anno, l’aliquota è ridotta al 60%.

Il sito dell’Agenzia delle Entrate ci dice che: “Sono ammessi al beneficio esclusivamente gli interventi sulle strutture opache della facciata, su balconi o su ornamenti e fregi”.

La normativa prevede poi una suddivisione in due zone (A e B) del territorio nazionale:
– la zona A include le parti del territorio interessate da agglomerati urbani che rivestono carattere storico, artistico o di particolare pregio ambientale o da porzioni di essi, comprese le aree circostanti che possono considerarsi parte integrante, per tali caratteristiche, degli agglomerati stessi

– la zona B, invece, include le altre parti del territorio edificate, anche solo in parte, considerando tali le zone in cui la superficie coperta degli edifici esistenti non è inferiore al 12,5% della superficie fondiaria della zona e nelle quali la densità territoriale è superiore a 1,5 mc/mq.

Complicato vero? Se approfondissimo lo sarebbe ancora di più! Ecco perché, ancora, il nostro consiglio è: affidarsi a ditte specializzate e autorizzate.

Sostenere le spese e recuperarle in 10 anni conviene? Al di là della convenienza c’è un aspetto molto più pratico: abbiamo il contante sufficiente per fronteggiare una spesa simile? Perché fare un prestito per poi non recuperare realmente l’aliquota di detrazione?

Bene, ci sono delle valide alternative, note come “cessione del credito” e “opzione per il contributo sotto forma di sconto”, o più volgarmente “sconto in fattura”. In questi casi infatti è la ditta stessa che si fa carico delle spese e recupera il credito d’imposta dallo stato. Noi non dovremo fare la dichiarazione dei redditi per recuperare i nostri soldi, non dovremo preoccuparci di recuperare tutti quei docuementi così noiosi e soprattutto non dovremo sborsare la cifra iniziale. Si tratta solo di coprire la parte che esula dall’agevolazione.

Cosa si potrai e cosa non potrai fare per ottenere il bonus?

Quali sono gli interventi ammessi?

– Potrai consolidare, ripristinare, migliorare le caratteristiche termiche (attenzione: anche in assenza di impianto di riscaldamento);
– Potrai rinnovare gli elementi costitutivi della facciata esterna dell’edificio (compresa la semplice pulitura e tinteggiatura);
– Potrai consolidare, ripristinare o rinnovare gli elementi costitutivi di balconi, ornamenti e fregi;
– Potrai intervenire sulle grondaie, sui pluviali, sui parapetti, sui cornicioni e sistemare tutte le parti impiantistiche presenti sulla parte opaca della facciata
Potrai inoltre procedere:
– al rifacimento del parapetto in muratura, della verniciatura della ringhiera in metallo, della pavimentazione, del ripristino del sotto – balcone e del frontalino;
– al rifacimento della copertura del piano di calpestio del balcone e sostituzione dei pannelli in vetro che formano il perimetro dello stesso;

Sono infine ammesse le spese accessorie o complementari, come lo spostamento dei pluviali, la sostituzione dei davanzali, la sistemazione di prese e punti luce esterni.

Quali interventi restano esclusi?

– Non si può procedere alla sistemazione di superfici confinanti con chiostrine, cavedi, spazi interni (eccezion fatta per quelle visibili dalla strada o da un suolo ad uso pubblico)
– Non si possono sostituire vetrate, infissi, grate, portoni e cancelli
– Non si possono riverniciare scuri e persiane
– Non basta la pulitura e la tinteggiatura del muro di cinta;
– Non sono ammessi gli interventi realizzati mediante demolizione e ricostruzione dell’edificio
Non si possono sostituire tende se questo intervento non è parte di un intervento più ampio di rifacimento facciate
– Non si può procedere al rifacimento di un terrazzo a livello (non è equiparato al balcone, posto che ha una funzione di copertura orizzontale dell’edificio).

In definitiva non si tratta solo di abbellire una casa (leggi i nostri consigli di stile dalla Categoria Casa del nostro sito). Dietro ad una ristrutturazione, per quanto si tratti semplicemente delle facciate, c’è una serie di ricadute non trascurabili, che comprendono anche il nostro stile di vita. Sì, torniamo a casa, parcheggiamo e vediamo una bella casa, sembra nuova da fuori! Wow! Ma non è solo questo. Infiltrazioni, problemi strutturali e chi più ne ha più ne metta, sono tutte questioni che coinvolgono direttamente la nostra salute, come abbiamo già visto nei precedenti articoli che trovi qui.