Purtroppo può capitare di ritrovarsi alle prese con pagamenti che non vengono effettuati e, quindi, di accumulare debiti. Tuttavia, questa situazione può avere pesanti conseguenze che vanno a influire sulla serenità di ognuno e sulle condizioni economiche e finanziarie. Infatti, se non si pagano i debiti, si rischiano dei procedimenti giudiziari che mettono a rischio il proprio patrimonio.
É possibile comunque rivolgersi a degli specialisti in questo settore per trovare delle soluzioni che consentono di pagare le obbligazioni con formula rateale, ridurre la cifra da corrispondere ai creditori e, in alcuni casi, anche usufruire della prescrizione dei debiti.
Mancato pagamento: quali sono le conseguenze
La prima cosa da sapere se si ha contratto un debito è che il mancato pagamento non comporta la detenzione poiché questo comportamento, seppur non corretto, non è considerato un reato per la legge italiana.
Il debitore che non riesce a onorare le obbligazioni contratte, però, va incontro al pignoramento dei beni mobili e immobili. Tale procedura, infatti, permette ai creditori di recuperare le somme dovute aggredendo il patrimonio del debitore: è possibile rivalersi sullo stipendio o sulla pensione, nella misura di un quinto, ma anche sulle proprietà immobiliari (a esclusione della prima casa) o sull’automobile. I creditori possono anche affidarsi ad agenzie di recupero credito che, spesso, utilizzano modalità piuttosto insistenti e intimidatorie nei confronti del debitore.
Nel caso in cui i debiti contratti riguardino il Fisco, ovvero se si tratta di tasse o tributi, sarà l’Agenzia delle Entrate e di Riscossione, ovvero l’Ex Equitalia, ad avviare una procedura di riscossione coattiva. Questo approfondimento può essere utile per capire a cosa si va incontro.
Prescrizione debiti: quando è possibile?
In alcuni casi, i debiti vanno in prescrizione, ovvero vengono estinti e, quindi, il pagamento degli importi non corrisposti non più necessario. Bisogna fare attenzione, però, perché questa procedura, prevista per legge, ha delle tempistiche specifiche che sono diverse in base alla tipologia di debito e, inoltre, devono sussistere alcune condizioni.
Ad esempio alcuni debiti, quali prestiti, mutui o cessioni del quinto, prevedono un periodo di prescrizione lungo, pari a 10 anni, mentre i debiti relativi al mancato pagamento delle multe automobilistiche o delle bollette sono soggetti alla prescrizione breve che va dai 2 ai 5 anni.
Se questo lasso di tempo trascorre e il debitore non riceve notifiche o atti di mora, il debito si considera estinto, così come si legge nell’art. 2943 del Codice Civile. Per evitare brutte sorprese, quindi, è consigliato rivolgersi a uno specialista dei debiti.
Cosa succede si è nullatenenti
Se il debitore è considerato nullatenente, ovvero non possiede fonti di reddito o beni immobili, non è possibile per i creditori avvalersi della riscossione coattiva e procedere quindi al pignoramento.
Tuttavia, se lo stato patrimoniale dovesse cambiare nel tempo, i debiti non vengono estinti e, quindi, è possibile comunque essere soggetti all’esecuzione forzata. É il caso, ad esempio, del debitore nullatenente che riceve una rendita o un’eredità. Ovviamente, anche in questo caso si applicano i criteri previsti per la prescrizione dei debiti.