Nel mondo del marketing si sente spesso parlare di KPI, ma non è sempre semplice capire di che cosa si tratta. Questa sigla, che sta per Key Performance Indicator, si riferisce a delle metriche che consentono di valutare l’andamento di un business e capire, quindi, se si sta raggiungendo o meno verso il successo.
Si tratta d’informazioni utili che possono essere adottate per diverse tipologie di progetti, dalle campagne di comunicazione ai siti e-commerce. Tuttavia, i KPI sono significativi quando sono specifici per quella tipologia di attività e se vengono analizzati da persone in possesso delle giuste competenze.
Quali sono i KPI che potrebbero essere definiti per valutare la performance di un sito e-commerce?
KPI per e-commerce: come definirli
Per definire i KPI per l’e-commerce è importante avere ben chiaro l’obiettivo, i processi, le opportunità e le criticità: in questo modo, stabilendo un valore numerico, assoluto o in percentuale, si potrà capire se le performance sono tali da permettere di raggiungere gli obiettivi prefissati. Queste indicazioni consentono anche di effettuare delle modifiche al perso intrapreso.
Nella definizione dei key performance indicator è importante tener conto che questi devono essere misurabili, specifici e rilevanti. Inoltre, per far si che l’analisi sia realistica e attendibile, i KPI dovrebbero essere valutati regolarmente, magari stabilendo anche dei KPI con un intervallo di breve periodo, che può essere quotidiano o settimanale.
Quali sono i KPI giusti per un sito e-commerce
Sebbene ogni azienda dovrebbe determinare in maniera personalizzata e specifica i propri KPI, come si legge su un articolo di questo sito che offre consulenza aziendale a Roma, ci sono comunque degli indicatori ritenuti generalmente validi.
Nel caso dell’e-commerce, infatti, questi KPI possono rappresentare una valida risorsa.
La frequenza di rimbalzo costituisce uno dei KPI più semplici da individuare dato che sono presenti nella dashboard di Google Analytics. La bounce rate indica il rapporto tra gli utenti che hanno visitato il sito e quelli che, invece, lo hanno lasciato dopo aver visualizzato una sola pagina web. Ovviamente, il valore dovrebbe essere basso: altrimenti, è necessario rivalutare la struttura o i contenuti della pagina e capire quali aspetti devono essere migliorati.
La Conversion Rate è invece un indicatore direttamente correlato al ROI (return of investment). Questo parametro va a indicare il rapporto tra gli acquisiti effettuati sul sito e il numero dei visitatori. Questo KPI non è specifico e può essere analizzato sia per l’intero sito, sia per una singola pagina.
Un parametro che assume molta importanza, invece, e che è specifico per i siti e-commerce è il tasso di abbandono del carrello. Molto spesso, infatti, gli utenti mettono dei prodotti nel carrello, ma poi, a causa di varie motivazioni, non concludono l’acquisto. Se questo KPI dovesse essere alto, ad esempio, vuol dire che c’è qualche fattore come i tempi e i costi per la spedizione o la modalità di pagamento, che ostacola gli utenti dal fare l’acquisto.
Sicuramente interessante è anche un altro KPI, definito come il costo di acquisizione di un cliente. Il CAC (customer acquisition cost) si calcola tenendo conto della spesa complessiva relativa alle attività di marketing suddivisa per ogni singolo contatto.